Concorso DS 2017: il TAR boccia il ricorso dei dirigenti scolastici
Alla vigilia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando definitivo del Concorso dirigenti scolastici 2022, a tenere banco è ancora la vicenda legata ai cosiddetti “sessantini” del Concorso DS 2017.
Una storia fatta di ricorsi, sentenze e pronunce che si protrae da ormai cinque interminabili anni. Ma che potrebbe essere finalmente arrivata ad una svolta. Con profonda delusione dei dirigenti scolastici.
Il TAR del Lazio ha, infatti, respinto il ricorso di una quarantina di partecipanti al Concorso che adesso saranno, pertanto, costretti a tornare dietro una cattedra. Dopo tre anni trascorsi da dirigenti scolastici.
A meno che il nuovo Governo Meloni e, in particolare, il neo Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, raccogliendo i “suggerimenti” del Consiglio di Stato, non decidano di porre in essere una sanatoria.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa è accaduto e, soprattutto, quale potrebbe essere l’epilogo di questa battaglia amministrativa dal sapore tutto italiano.
Concorso Dirigenti scolastici 2017
Il Concorso DS 2017 prevedeva, per la prima volta dopo circa vent’anni, una selezione su scala nazionale e riguardava ben 2.425 poltrone da dirigente scolastico da assegnare per il triennio successivo.
In considerazione dell’alto numero di iscritti era stata prevista – prima della prova scritta e di quella orale – anche una prova preselettiva, tesa a ridurre e a scremare il numero dei partecipanti.
Nello specifico, il test preselettivo, svoltosi a luglio 2018, era basato su 100 domande a risposta multipla. Per superarlo ed essere ammessi alla prova scritta era necessario piazzarsi tra i primi 8.700 candidati.
Una volta pubblicata la lista degli ammessi alla prova scritta, tuttavia, diversi esclusi presentarono ricorso al TAR, contestando l’esito del test e ottenendo la sospensiva.
Concorso Dirigenti scolastici 2017. Ricorso
Il ricorso al TAR del Lazio e la successiva sospensiva loro concessa, permise agli aspiranti dirigenti scolastici esclusi di partecipare alla prova scritta e, infine, a quella orale. Che buona parte dei ricorrenti superò brillantemente.
Quando, quindi, venne pubblicata la graduatoria finale del Concorso DS 2017 (agosto 2019) nella stessa erano presenti 74 vincitori sub judice. E 37 di questi ultimi furono poi inclusi tra i primi 1.984 neo dirigenti scolastici assunti.
E mentre la proverbiale lentezza della giustizia italiana fa il suo corso, i dirigenti scolastici “riservisti” affrontano anche l’anno di prova, prima di essere poi confermati in ruolo. Sebbene sempre con riserva.
Ma a dirimere la disputa non basta nemmeno l’intervento del Consiglio di Stato. Quest’ultimo, infatti, in un primo momento suggerisce la ripetizione della prova preselettiva (pronuncia n. 06804 del 25 febbraio 2022). Per poi consigliare, invece, l’applicazione di una sanatoria (pronuncia n. 04781 del 25 luglio 2022).
Concorso DS 2017. Sentenza Consiglio di Stato
Tuttavia, dopo la prima pronuncia del Consiglio di Stato, i 74 vincitori sub judice hanno appunto chiesto di poter sostenere di nuovo la prova preselettiva. E scoppia il caos. Perchè per alcuni di loro viene emessa un’ulteriore ordinanza sospensiva che permette al dirigente scolastico di restare al proprio posto in attesa del pronunciamento definitivo sul merito.
Per altri, invece, il rigetto della richiesta comporta la restituzione al ruolo di insegnante nella regione di provenienza.
Ma non è finita qui. Perché con il decreto n. 07176 del 17 settembre 2022 il Consiglio di Stato ribadisce che la soluzione ideale della vicenda sarebbe quella di un accordo extragiudiziale.
E, intanto, scoppia la rabbia dei dirigenti scolastici costretti a tornare dietro ad una cattedra. A loro avviso, infatti, il superamento delle prove concorsuali e gli anni di servizio accumulati hanno di fatto sanato il mancato superamento della contestata prova preselettiva.
Non è, però, da escludere una soluzione politica che metta tutti d’accordo, o quasi.